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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-02-19 ad oggi 2010-02-19

Marcegaglia: codice etico a tutte le imprese non solo al Sud

Marcegaglia: "Italia colpita duramente dalla crisi"

Mezzogiorno "sotto la lente" 19 febbraio 2010

Oggi al teatro Petruzzelli di Bari si terrà il convegno organizzato da Confindustria, sotto l'alto patronato del presidente della Repubblica, dedicato alle imprese del mezzogiorno:

"Il sud aiuta il sud" è il titolo dell'incontro, che inizierà alle 13.30.

Alla Polverini le proposte per il rilancio delle imprese del Lazio

Cgil, Cisl e Uil unite negli accordi territoriali

Risalgono gli ordini e il fatturato dell'industria

Per l'Isae nel 2010 ripresa lenta e meno lavoro

di Claudio Tucci

18 febbraio 2010

Isae, nel 2010 il Pil cresce dell'1%, ma aumenta la disoccupazione

Nel 2010 il Prodotto interno lordo crescerà dell'1 per cento.

Si riprendono consumi privati (+0,8%), spesa dei consumatori (+1,1%), investimenti (+2,8%) ed export (+3,8 per cento).

Male, invece, la disoccupazione, che si attesterà, nel biennio 2010-2011, all'8,8%, rispetto al 7,8% dello scorso anno.

Le stime arrivano dall'Isae, nel corso della presentazione, a Roma, dell'annuale rapporto sulle previsioni dell'economia italiana.

Significativa, la stima in rialzo del tasso di crescita dell'Italia dello 0,4%, rispetto alla precedente previsione di ottobre scorso, che porta ad allineare il salto in avanti dell'economia italiana al +1,1%, previsto, nei giorni scorsi, dal Governo.

Nel 2011, il Pil si porterà all'1,4% grazie al consolidamento dei fattori di ripresa interni e internazionali.

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

41° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

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Il Mio Pensiero (Vedi il "Libro dei Miei Pensieri"html PDF ):

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AVVENIRE

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2010-02-19

 

 

 

 

 

 

CORRIERE della SERA

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2010-02-19

 

 

 

REPUBBLICA

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2010-02-19

 

L'UNITA'

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2010-02-19

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2010-02-21

Mezzogiorno è l'ora giusta per cambiare

di Carlo Trigilia

20 febbraio 2010

Lo sviluppo economico e civile del Sud è il nodo irrisolto del paese a 150 anni dall'Unità d'Italia. Lo ha ricordato più volte negli ultimi mesi il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Eppure la svolta nella strategia per il Mezzogiorno - ripetutamente annunciata - non ha ancora preso forma. Bisognerà attendere che si tengano le elezioni regionali. Con la conseguenza che gli elettori andranno a votare nella maggior parte delle regioni meridionali senza che le forze politiche nazionali - al governo e all'opposizione - abbiano indicato delle proposte chiare e credibili per il Sud.

In questo quadro, elementi concreti di novità vengono per ora da Confindustria. Già da qualche tempo, infatti, l'organizzazione degli imprenditori si interroga sulle linee da seguire per promuovere una svolta. A differenza di quel che continuano a fare le principali forze sociali e politiche, ha deciso di guardare anzitutto in casa propria. Non si è limitata cioè a chiedere che cosa la politica e le istituzioni dovrebbero fare per il Sud, ma si è interrogata anzitutto su che cosa Confindustria stessa possa fare per il Sud. È una svolta importante, ben illustrata ieri al convegno su "Il Sud aiuta il Sud" tenutosi a Bari. Quali sono gli elementi essenziali di questa svolta? E quali conseguenze possono avere per lo sviluppo del Sud?

La prima decisione di rilievo riguarda la lotta alla criminalità. In gennaio è stata approvata una delibera che integra il Codice etico della Confederazione prevedendo sanzioni interne (fino all'espulsione) per gli imprenditori conniventi con la criminalità che non denuncino ogni pressione illegale. Confindustria si costituirà inoltre parte civile nei processi nei quali i suoi associati compaiano come parte lesa o come imputati.

I n questo modo, è stata adottata e sostenuta a livello nazionale la linea innovativa e coraggiosa maturata in Sicilia. Si tratta di una decisione importante non solo per le sue potenziali ricadute operative, ma anche per il messaggio nei riguardi degli imprenditori. Perché anche in questo modo può maturare il convincimento che non bisogna aspettarsi il cambiamento solo dalla politica.

Nella stessa direzione si può leggere la proposta di una radicale riforma del sistema degli incentivi (sono state censite ben 1307 misure di agevolazione finanziaria, di cui 1216 facenti capo alle regioni). In questo caso, l'organizzazione degli imprenditori riconosce che la diffusione di tali meccanismi di incentivazione a pioggia ha avuto conseguenze negative per le stesse imprese, perché non è stata in grado di promuovere l'innovazione ma ha piuttosto provocato assuefazione e dipendenza dall'aiuto pubblico; ha spinto inoltre all'assistenzialismo e al clientelismo, favorendo quella pervasività della politica nella società meridionale che costituisce un ostacolo potente alla crescita di attività solide, capaci di stare autonomamente sul mercato. In questo caso la svolta prende dunque di petto quel mito ricorrente della incentivazione agevolata che è stato foriero di potenti effetti perversi. In questa prospettiva ci sarebbe peraltro da riflettere anche sul credito d'imposta automatico. Già in passato, infatti, esso ha prodotto distorsioni e abusi, ma in ogni caso non sembra in grado di sostenere efficacemente l'innovazione (come dimostrano le ricerche disponili). Questa passa invece - come le proposte di Confindustria riconoscono - dalla riqualificazione del contesto ambientale in cui operano le imprese, su cui sarebbe opportuno concentrare le risorse: costi e tempi delle procedure amministrative, infrastrutture e servizi, formazione, giustizia, lotta alla criminalità.

In un'economia globalizzata anche il Mezzogiorno - che è parte rilevante di un Paese avanzato - non può svilupparsi e competere senza far crescere l'innovazione e l'economia della conoscenza. Questo richiede non incentivazioni individuali ma promozione di reti di collaborazione efficaci tra le imprese, e tra queste e le università, sostenute da infrastrutture e servizi adeguati. Anche da questo punto di vista gli orientamenti di Confindustria possono avere conseguenze rilevanti, se l'organizzazione degli imprenditori saprà promuovere forme di collaborazione efficaci tra le imprese che non necessariamente devono dipendere dall'aiuto pubblico. Molte indicazioni di ricerca segnalano che in varie parti del Sud è cresciuta un'imprenditorialità innovativa, più giovane e istruita, e con una presenza femminile non trascurabile. Questa nuova leva deve spesso il proprio successo a esperienze di collaborazione capaci di superare l'isolamento delle aziende che è stato tradizionalmente più forte al Sud e ha ostacolato la crescita. Il binomio innovazione-cooperazione è maturato in genere al di fuori dei circuiti degli aiuti pubblici, anche se soffre per le carenze del contesto. E' tra questi soggetti, più abituati a confrontarsi con la frontiera dell'innovazione e con i mercati internazionali, che si manifesta con più forza la voglia di cambiare i rapporti tradizionali tra politica e mondo imprenditoriale nel Mezzogiorno.

Insomma, cambiando la propria linea l'organizzazione degli imprenditori può dare un contributo importante. Può favorire il superamento di quel rivendicazionismo tradizionale nei riguardi degli aiuti pubblici che ha portato più danni collettivi che benefici. Può incoraggiare processi di innovazione che non sono necessariamente dipendenti dal sostegno finanziario pubblico. Ma così facendo può anche spingere la politica a fare meglio ciò di cui c'è più bisogno al Sud: offrire beni collettivi invece di politiche assistenziali. In ultima istanza, infatti, se il mondo imprenditoriale sarà capace di seguire e rafforzare coerentemente la nuova linea, contribuirà a rendere la società civile più forte e più esigente verso la politica locale e regionale. Proprio ciò di cui c'è bisogno per cominciare a rompere il circolo vizioso tra domande particolaristiche e politiche clientelari e assistenziali, e per mettere la politica nazionale di fronte alle sue responsabilità, invece di assecondare l'uso locale inefficiente delle risorse pubbliche per ragioni di consenso.

20 febbraio 2010

 

 

 

 

 

2010-02-19

Marcegaglia: codice etico a tutte le imprese non solo al Sud

19 febbraio 2010

Emma Marcegaglia: codice etico a tutte le imprese non solo al Sud

Da Bari, dal convegno per il centenario di Confindustria intitolato 'Il Sud aiuta il Sud' Emma Marcegaglia annuncia che il codice approvato nel Mezzogiorno dalla confederazione contro le imprese colluse sarà esteso a tutto il Paese. La norma prevede l'espulsione da Confindustria delle aziende che non denunciano il pizzo. "Lo abbiamo fatto nel Sud ma ora lo porteremo a tutte le imprese d'Italia", ha detto Marcegaglia, ricordando che Assolombarda lo ha già adottato. La leader degli industriali ha poi avanzato una richiesta di impegno al governo nazionale e regionale "affinché questo piano per il Mezzogiorno di cui si parla molto sia un piano vero e non di annunci". E per questo chiede che si passi ad investire in poche cose concentrate su: ricerca, innovazione, sicurezza, infrastrutture e "che si vada nella direzione di avere incentivi automatici, i crediti d'imposta, senza l'intermediazione della politica".

In un momento di crisi come questo, ha sottolineato Marcegaglia "le mafie sono piene di liquidità e possono comprarsi aziende. Da qui la nostra decisione di estendere questo modello a tutta l'Italia".

All'incontro è intervenuto anche il Ministro dell'Interno. La criminalità organizzata "non è una questione solo del Sud", ha detto Roberto Maroni che ha rivendicato l'impegno del Governo negli ultimi due anni, segnati da "numerosi" successi nel contrasto alla criminalità, "un cancro che inquina il mondo legale dell'economia. L'impegno che lo Stato ha profuso in questi due anni - ha aggiunto - è stato straordinario".

 

 

 

Marcegaglia: "Italia colpita duramente dalla crisi"

19 febbraio 2010

Marcegaglia: "Italia colpita duramente dalla crisi"

La crisi non è finita, anche se qualche miglioramento negli ultimi dati c'è. Ma la congiuntura resta "molto complessa". Dunque serve "grande attenzione". Così Emma Marcegaglia a margine di un convegno alla Fiera del Levante, commenta i dati Istat su fatturato e ordinativi dell'industria diffusi oggi. "I piccoli miglioramenti che si vedranno saranno comunque lenti e difficili", dice la presidente di Confindustria.

"L'impatto sull'occupazione c'é, siamo a un tasso di disoccupazione a oltre l'8,5%", sottolinea Marcegaglia che ricorda la priorità di gestire nei prossimi mesi alcune situazioni complesse di ristrutturazione. "L'importante - dice - é farlo insieme, con Governo, istituzioni, sindacati e Confindustria, non salvando stabilimenti che non possono stare in piedi ma assolutamente salvando posti di lavoro e cercando di reimpiegare le persone che rischiano di perdere il posto". La presidente di Confindustria torna a rilanciare la necessità di grandi riforme, "perché il Paese soffre di una crescita troppo lenta".

Sulla fase attuale Emma Macegaglia sgombra il campo da visioni fallaci. "Siamo nell'ambito di una crisi molto pesante. I dati, che ci aspettavamo, evidenziano che l'Italia é stata colpita duramente da questa crisi". Ma qualche miglioramento c'è, ammette.

E per i prossimi mesi il Centro studi di Confindustria stima per il 2010 un +1,1% di crescita del Pil: dopo il -4,9 del 2009, e il -1 del 2008. È "un miglioramento non sufficiente" a colmare il gap e a recuperare le perdite del 2009.

Emma Marcegaglia valuta positivamente l'apprezzamento del dollaro sull'euro, seguito anche alla decisione della Fed di rialzare i tassi di interesse. Può dare una boccata di ossigeno alle imprese italiane perché "veniamo da mesi in cui la forza dell'euro aveva penalizzato le esportazioni e la nostra capacità di stare sui mercati internazionali". Il cambio, dunque, insieme alla "maggiore competitività del nostro sistema, può aiutare a vendere di più all'estero".

 

 

 

Mezzogiorno "sotto la lente"

19 febbraio 2010

Oggi al teatro Petruzzelli di Bari si terrà il convegno organizzato da Confindustria, sotto l'alto patronato del presidente della Repubblica, dedicato alle imprese del mezzogiorno: "Il sud aiuta il sud" è il titolo dell'incontro, che inizierà alle 13.30.

Aprirà i lavori Nicola De Bartolomeo, presidente di Confindustria Puglia. Seguiranno gli interventi di Enzo Giustino, presidente del Banco di Napoli, e di Alessandro Laterza, a capo della commissione cultura di Viale Dell'Astronomia.

Parlerà invece delle tesi del "comitato mezzogiorno" Cristiana Coppola, vicepresidente di Confindustria per il mezzogiorno. Subito dopo Pierluigi Bersani, segretario del partito democratico, e Raffaele Fitto, ministro degli affari regionali. Alle 16.45 Roberto Maroni, ministro dell'interno. Chiuderà i lavori Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria.

19 febbraio 2010

 

 

 

Alla Polverini le proposte per il rilancio delle imprese del Lazio

di Celestina Dominelli

19 febbraio 2010

Renata Polverini (Olycom)

"Dai nostri archivi"

Candidata del Pdl in Lazio

Berlusconi lancia le quattro candidate del Pdl nelle regioni "rosse"

Le elezioni regione per regione - Lazio

Calcio al voto: Polverini teme la vendetta degli ultrà Lazio

Polverini e Alemanno: in Lazio niente nucleare

 

Dieci punti, dalla modernizzazione della sanità al rafforzamento delle infrastrutture passando per la facilitazione dell'accesso al credito, rappresentano le priorità delle imprese di Roma e della regione. L'Unione industriali di Roma e Confindustria Lazio li hanno consegnati alla candidata del Pdl per la poltrona di governatore, Renata Polverini. "Il futuro del nostro territorio - dice il presidente della Uir, Aurelio Regina – può riprendere il percorso di sviluppo solo se si adotterà una politica industriale comune che guardi alle specificità del singoli territori". E che passa, gli fa eco Maurizio Stirpe, numero uno di Confindustria Lazio, "attraverso il riequilibrio del rapporto tra Roma e le altre province".

Nessuna competizione, quindi, ma un'azione integrata tra tutte le province. "Roma - prosegue Regina - è stato ed è un potente motore di sviluppo dell'economia ma deve cominciare a considerare gli altri territori come una ricchezza". Un appello condiviso dalla candidata del Pdl che promette una politica all'insegna dell'ascolto e della concertazione. "Dobbiamo mettere a regime tutte le potenzialità del territorio - afferma Polverini – puntando sul rilancio di settori straordinari come il turismo, sullo sviluppo del made in Lazio e sul rafforzamento dell'infrastruttura materiale e immateriale".

Un passaggio che anche Stefano Petrucci, presidente di Ance Lazio, giudica strategico. "Insieme a Confindustria Lazio abbiamo promosso un vero e proprio Osservatorio sulle infrastrutture prioritarie e presenteremo prossimamente i primi risultati". L'Osservatorio fornirà periodicamente un quadro aggiornato sullo stato di attuazione di 16 opere strategiche, che saranno importanti anche in in vista della candidatura di Roma per le Olimpiadi 2020.

Gli industriali capitolini hanno costituito da poco un comitato per promuovere la scelta della capitale come sede delle Olimpiadi e oggi hanno annunciato l'ingresso nel board dell'amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo. "Le Olimpiadi - sottolinea Regina – saranno un appuntamento importante non solo per Roma, ma per l'intero paese". E, per presentare la candidatura della capitale, la Uir ha organizzato una tre giorni di eventi, dal 16 al 18 aprile, a piazza del Popolo. "Si chiamerà "Roma Città dello sport" - spiega il presidente – e prevederà iniziative musicali e sportive per permettere ai cittadini di cominciare a respirare l'atmosfera olimpica".

19 febbraio 2010

 

 

 

 

Cgil, Cisl e Uil unite negli accordi territoriali

di Giorgio Pogliotti

19 febbraio 2010

Cgil, Cisl e Uil uniti negli accordi territoriali (Fotogramma)

"Dai nostri archivi"

No dei sindacati a divisioni salariali

Riforma contrattazione, c'è l'intesa sindacale

Cgil, Cisl e Uil: offensiva del sì

Alitalia, piloti e steward contro i sindacati confederali

Riforma dei contratti: firmano Cisl, Uil, Ugl e Confindustria

 

Nonostante le forti divisioni a livello nazionale, Cgil, Cisl e Uil hanno marciato insieme raggiungendo molte intese nella contrattazione territoriale che nel 2009 è stata fortemente condizionata dalla grave crisi economica. Un rapporto dell'Ires ha analizzato 121 intese e piattaforme – a livello regionale, provinciale e di grandi aree metropolitane – tutte presentate e concluse unitariamente dalle tre organizzazioni, a dispetto delle divergenze che hanno caratterizzato i rapporti tra le tre confederazioni a livello centrale.

Le intese che hanno coinvolto organizzazioni imprenditoriali, il sistema bancario, le fondazioni, il terzo settore, hanno riguardato gli ammortizzatori sociali e le politiche del lavoro (64,7%) e i temi che più incidono nelle voci di spesa delle famiglie, come i servizi per l'infanzia (più del 17%), per la non autosufficienza (il 17% degli accordi contiene riferimenti diretti al fondo per la non autosufficienza), affitti e più in generale disagio abitativo (19,5 per cento). In particolare sono stati costituiti fondi ad hoc per la non autosufficienza, con risorse aggiuntive in Liguria, Emilia Romagna, Umbria e Veneto. In quest'ultima regione, come in Puglia, il confronto sindacale ha portato anche alla approvazione di una legge organica in materia di non-autosufficienza.

Il primo rapporto sulla contrattazione sociale territoriale prodotto dall'Osservatorio costituito da Cgil e Spi evidenzia che l'indicatore Isee ha avuto un ruolo fondamentale per assicurare una maggiore equità nell'accesso ai servizi (è presente nel 70% degli accordi e piattaforme analizzate), utilizzato anche con formule innovative come l'Isee contestualizzato o attualizzato, cioè riferito ai redditi dell'anno in corso piuttosto che a quelli dell'anno precedente come previsto dalla legge, per i lavoratori colpiti dalla crisi. Molte intese territoriali si occupano di immigrazione (20%), in particolare per le tematiche relative al lavoro (lotta al sommerso) e dell'inclusione sociale (accesso ai diritti di cittadinanza, ai servizi sociali, educativi). La crisi "ha prodotto, e continuerà a produrre, effetti molto pesanti sull'occupazione e sulle condizioni complessive di vita di una parte rilevante delle famiglie", sottolinea Morena Piccinini (Cgil) "nella contrattazione territoriale sono stati individuati strumenti innovativi per il sostegno dei lavoratori in difficoltà".

19 febbraio 2010

 

 

 

 

Risalgono gli ordini

e il fatturato dell'industria

19 febbraio 2010

Risalgono gli ordini e il fatturato dell'industria

Forte ripresa per gli ordini dell'industria a dicembre, mentre risale anche il fatturato.

Gli ordini a dicembre hanno segnato +4,7% rispetto a novembre e +10,1% rispetto a dicembre 2008. Lo comunica l'Istat precisando che l'incremento su base annua e il migliore da febbraio 2008, quando si era avuto un incremento dell'11,7%. La componente nazionale è salita del 2,8% su mese e del 6,8% su anno; quella estera è aumentata dell'8,4% su mese e del 15,9% su anno. Nell'intero 2009 gli ordini sono crollati del 22,4% rispetto al 2008.

Il fatturato dell'industria, sempre a dicembre, è salito dell'1,9% congiunturale e dello 0,8% su base annua. La componente nazionale è aumentata dell'1,5% su mese e dell'1,7% tendenziale; quella estera è cresciuta del 2,8% su mese ed è diminuita dello 0,9% su anno. Nella media dell'intero 2009 il fatturato dell'industria italiana è crollato del 18,7% rispetto al 2008 e gli ordinativi sono colati a picco del 22,4%. Secondo l'istituto di statistica si tratta dei peggiori cali da quando viene registrata la serie storica, ovvero almeno dal 2000.

Osservatorio dell'economia

Per l'Isae ripresa lenta e meno lavoro nel 2010

19 febbraio 2010

 

 

 

 

Per l'Isae nel 2010 ripresa lenta e meno lavoro

di Claudio Tucci

18 febbraio 2010

Isae, nel 2010 il Pil cresce dell'1%, ma aumenta la disoccupazione

 

Nel 2010 il Prodotto interno lordo crescerà dell'1 per cento. Si riprendono consumi privati (+0,8%), spesa dei consumatori (+1,1%), investimenti (+2,8%) ed export (+3,8 per cento). Male, invece, la disoccupazione, che si attesterà, nel biennio 2010-2011, all'8,8%, rispetto al 7,8% dello scorso anno. Le stime arrivano dall'Isae, nel corso della presentazione, a Roma, dell'annuale rapporto sulle previsioni dell'economia italiana. Significativa, la stima in rialzo del tasso di crescita dell'Italia dello 0,4%, rispetto alla precedente previsione di ottobre scorso, che porta ad allineare il salto in avanti dell'economia italiana al +1,1%, previsto, nei giorni scorsi, dal Governo. Nel 2011, il Pil si porterà all'1,4% grazie al consolidamento dei fattori di ripresa interni e internazionali. "Queste dinamiche - spiega l'Isae - consentirebbero di recuperare, nel 2011, il 40% circa della perdita produttiva sperimentata nel biennio 2008-2009".

L'istituto, guidato da Alberto Majocchi, parla, tuttavia, di "ripresa lenta", anche se registriamo valori simili nell'area euro, prevista in crescita dell'1,1%, dopo la flessione del 4%, nel 2009. La crescita su scala mondiale sarà, comunque, più sostenuta: negli Stati Uniti, l'incremento è di +2,9%, dopo la contrazione del 2,4% dello scorso anno. Spicca, l'area asiatica, dove vengono registrati tassi di sviluppo del 7,3% -7,6 per cento.

L'Isae sottolinea come il recupero del Pil italiano sia trainato, soprattutto, dal rafforzamento del commercio mondiale. Anche la domanda interna, registra un contenuto miglioramento, subendo, però, qualche effetto di freno dall'evoluzione del mercato del lavoro, che continua a rappresentare l'anello debole del sistema. Nel 2009, si sono persi 633mila posti di lavoro a tempo pieno, di cui oltre 400mila nei settori dell'industria e delle costruzioni, i più colpiti dalla crisi. La situazione non migliorerà, nel 2010, ma solo nel 2011, con un (minima) espansione dell'occupazione: +0,7 per cento.

Il 2010, comunque, segnerà una discreta ripresa dei consumi privati (e anche dell'inflazione: la dinamica dei prezzi al consumo segnerà un +1,6%, portandosi, poi, al 2% nel 2011). Il ritorno su un sentiero positivo del reddito disponibile nominale contribuirebbe a sostenere le spese delle famiglie. L'attenuazione delle tensioni nel mercato creditizio, le misure di incentivo fiscale, il progressivo miglioramento delle prospettive del ciclo economico interno e internazionale sosterrebbero il processo di accumulazione. Nel 2011, la spesa per investimenti si rafforzerebbe (+2,8%). Sul fronte dell'export, le vendite all'estero scese di quasi il 20% nel 2009, tornano a espandersi nel 2010 e 2011 (+3,8% e +3,9% rispettivamente). Il contributo della domanda estera netta (esportazioni meno importazioni) alla variazione del Pil, sfavorevole nel 2009, si ricolloca nei due anni in territorio positivo.

Ma la flessione dell'attività economica nel 2009 ha lasciato, come prevedibile, segni importanti sui saldi di finanza pubblica. L'Isae parla di un indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche al 5,3% del Pil nel 2009 (2,7% nel 2008), in linea con i dati ufficiali. Nel biennio successivo, il disavanzo (sempre in rapporto al Pil) si porterebbe al 5,1% nel 2010 e al 4,6% nel 2011. In quest'ultimo anno, considerando la manovra aggiuntiva pari allo 0,4% del prodotto indicata nell'aggiornamento del Programma di stabilità, il deficit scenderebbe al 4,2% del Pil: un livello sostanzialmente in linea con quanto indicato nel documento governativo nello scenario di minore crescita. Desta attenzione, invece, il rapporto debito/Pil - tornato a salire nel 2008 e nel 2009 (114,8% nella stima Isae) - aumenterebbe al 117,2% quest'anno e al 118,2% nel 2011. Considerando l'attuazione della manovra aggiuntiva sopra ricordata, il debito pubblico si attesterebbe il prossimo anno al 117,8% del Pil. Dinamiche, comunque, da tenere sotto controllo.

18 febbraio 2010

 

 

 

 

Riferendosi ai fondi per le aree sottoutilizzate, la presidente di Confindustria torna a chiedere al governo che ci sia un impegno "a gestire bene questi fondi strutturali, i Fas che valgono 100 miliardi di euro". Ad oggi "non si é investito quasi nulla, chiediamo che ci sia una rimodulazione giocata su pochi grandi progetti. Chiediamo che finalmente venga rifinanziato il credito d'imposta per il Mezzogiorno". Marcegaglia suggerisce di applicare sui Fas quello che è stato fatto per gli ammortizzatori sociali: "si sono messi insieme Stato, Regioni, forze sociali (Confindustria e sindacati) e insieme si è deciso". Insomma quello che manca è una cabina di regia "ognuno va per i fatti propri, non c'è un coinvolgimento delle regioni, mentre su un tema così importante bisogna lavorare tutti nella stessa direzione". Quanto alla fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno, "fa un po' ridere", dice la leader degli industriali "perché voi avete una fiscalità di svantaggio, pagate più tasse del Nord".

Emma Marcegagliaha risposto ad alcune domande dei cronisti sul provvedimento contro la corruzione all'esame del Governo. Non solo inasprimento delle pene, ma anche maggiori controlli su enti locali e appalti. È questa la strada indicata dalla presidente di Confindustria per contrastare il fenomeno della corruzione."Dobbiamo ancora vederlo nel dettaglio - ha detto Emma Marcegagliariferendosi al provvedimento - ma credo che al di là dell'inasprimento delle pene, che è un fatto fondamentale, sia molto importante che ci siano maggiori controlli". 

Cristiana Coppola, vicepresidente per il Mezzogiorno, nel suo intervento al convengo ha sottolineato che il Sud deve cambiare e il "primo impegno" deve essere quello di ricostruire la fiducia e la legalità. Ma va anche recuperata l'efficienza nella Pubblica amministrazione e nella gestione delle risorse, partendo dalla costituzione di una cabina di regia per "un uso efficace dei fondi comunitari". Il primo impegno secondo Confindustria deve essere quello di ricostruire la fiducia "come collante della vita collettiva". E questo non può che essere fatto, ha sottolineato Coppola attraverso "una decisa presa di coscienza della complessità e gravità del fenomeno criminale".

La vicepresidente per il Mezzogiorno ha citato i risultati dell'indagine condotta dal Censis sui referenti del sistema Confindustria-Mezzogiorno, secondo i quali circa il 30% delle imprese meridionali subisce una qualche forma di ingerenza da parte della criminalità. E ha ricordato l'approvazione a fine gennaio della delibera con cui Confindustria "ha confermato di schierarsi in maniera attiva al fianco dei tanti imprenditori che si impegnano per la legalità, sia prevedendo sanzioni interne che colpiscono ogni forma di connivenza con la criminalità, sia costituendosi parte civile nei processi che vedano le imprese associate parte lesa o imputata".

Cristiana Coppola ha ribadito la neccesità di "superare l'approccio localistico" selezionando obiettivi strategici. Quello dei fondi comunitari resta "un passaggio obbligato per una crescita più sostenuta e territorialmente equilibrata del Mezzogiorno". E un coordinamento centrale "affidato a una cabina di regia può mettere Governo e Regioni nella condizione di selezionare e concentrare i fondi sulle priorità condivise".

Dal convegno il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, propone un patto tra istituzioni pubbliche, imprese, associazioni e cittadini per la legalità. "Il ripristino delle condizioni di legalità e sicurezza è uno dei "fattori imprenscindibili per lo sviluppo economico", ha sottolineato Grasso che ha invocato il "rifiuto" da parte dei cittadini verso ogni forma di illegalità, aggiungendo che il "patto" deve avere l'obiettivo di "isolare la criminalità". Secondo il procuratore nazionale antimafia il Sud è in grado di "aiutare il Nord sotto il profilo della legittimità, anche perchè la criminalità si è sviluppata e continua a svilupparsi pure al Nord".

19 febbraio 2010

 

 

 

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